Sunday, December 6, 2009

Friday, May 1, 2009

Vacio

Estaba LuckyLuke cambiando sin darse cuenta?



LuckyLuke no entendia.
Desde hacia un tiempo su mente se iba siempre a las mismas ideas,
empezaba a seccionarlas,
para desarollarlas mejor.

Hasta cuando la gente le hablaba,
a menudo se sorprendia sin escuchar.
Estaba pensando en esas ideas.

Se prequntaba si ese en el que se estaba tramutando fuera de veras el modelo virtuoso de hombre de los que todos hablaban.
Siempre concentrado en una sola idea con la esperanza
de desarollarla al punto de dejar huella, de hacer progresar la humanidad.

Y para las ideas de los demas, sus vidas sus historias?
LukyLuke sentia que no quedaba espacio en su cabeza para esas otras cosas.

Al final eso era tener pasion, pensaba.

Pero a LuckyLuke eso no le convecia,
eso mas bien le parecia obsession.


Solo conseguia dominar esa obsesion ponendose
a trabajar, haciendo algo que le mantuviera el cerebro muy ocupado.
En cuanto paraba alli estaba otra vez su obsesion.

El momento peor era la manhana,
cuando todo el mundo aun dormia.
LukyLuke se despertaba y emepzaba a dar vuelta a esas ideas,
veia caras de personas relacionadas con ellas. Se imaginaba discutir con aquellas personas, el explicaba y ellos aprobaban sus avances
moviendo satisfechos las cabezas.

En el fondo ni sabia bien quienes eran aquellas personas,
ni sabia porque le estaba dedicando todo aquel tiempo a esas ideas. Habria acabado separandose para siempre de su mundo para unirse a el de esos desconocidos.

Obsesion , pasion, madurez.

LukyLuke no estaba seguro de si esa madurez le gustaba.

Se dio' una vuelta y intento' seguir durmiendo empujando la cabeza
hondo dentro la almoada y haciendo vacio
en su cerebro embalado.

Thursday, January 8, 2009

Il ponte

Il ponte

Erano passati molti mesi da quando Lucky Luke era arrivato di qui.
Di qui cominciava ad esserlo un po' di più e di la' sembrava un ricordo,
un'altra dimensione di lui stesso, un odore di spezie o un sapore a cena,
un telefono che squillava a ore prefissate la sera materializzando sussurri e echi che avevano vagato per le tempie di LuckyLuke durante il giorno.

Di la' leggevano i giornali e raccontavano cosa succedeva nel mondo non qui non la' ma altrove. Lucky Luke aveva dimenticato che esistesse un altrove.
Si addormentava con il gracchiare dei rospi nello stagno del vicino e si svegliava con le grida dei bambini che andavano a scuola.

Ogni tanto era la buca delle lettere invece del telefono a portare le notizie del di la'. Quando erano troppo grandi, le notizie arrivavano dirette al davanzale della finestra sulla strada, che diventava porta sul di la, ponte tra il di qui dentro casa e il di la fuori.

Lucky Luke ogni mattina attraversava un ponte, uno vero. Una volta di andata la mattina e un'altra di ritorno la sera. Sotto, anche il fiume era di andata e di ritorno seguendo la marea.


Questo ponte era diverso da quelli dell'anno prima su cui le persone parevano volare.
Forse era a causa degli insetti che vi morivano ogni sera attratti dalle luci, storditi dal calore, riversi a zampe in aria cercando invano di ribalatarsi per tornare a volare. Stecchiti, il giorno dopo.

O forse per i morti di sotto, che dormivano sereni disseminati sul pendio, all'ombra di giganteschi alberi.

Panzon, con cui Lucky Luke aveva vissuto alcuni mesi, attraversava il ponte con la sua bici. Il primo tratto in discesa lo faceva senza frenare. Poi passava la prima curva a sinistra senza problemi e per quella piu' brusca a destra si inclinava al limite della tenuta di strada sperando che non arrivasse nessuno dall'altro lato. Alla fine rallentava prima dell'incrocio con la pista che veniva da sotto e toglieva le mani dal manubrio.
Si lasciava trascinare dalla lieve discesa senza piu' pedalare, lento osservando la corrente. Se, come capitava spesso, viaggiava in compagnia di Lucky Luke, si sentiva in dovere di aggiungere: Este es el momento mejor del dia.

Lucky Luke assentiva con un'aria partecipe senza pero' in cuor suo condividere a fondo.
Chissa' cosa riservava ancora il dia.
Certo e', che nella maggior parte dei casi, il dia finiva tra le quattro mura dell'ufficio davanti allo schermo di un computer.

LuckyLuke cercava di distogliere il pensiero da quell'idea guardando il suo albero. Aveva una ramificazione giusto all'altezza del ponte su cui avrebbe voluto sedersi, come un pascia' su un trono di legno intarsiato.

Da li Lucky Luke avrebbe potuto leggere nel fiume il tempo del giorno prima: le piogge intense producevano spesse coltri di foglie e tronchi, i giorni caldi filtravano le acque lasciandole di un nero inteso, specchi perfetti delle nuvole di passaggio.

Da un po' di tempo Lucky Luke non era piu' solo di qui. La ballerina ricciolina, uscita dalla valigia era apparsa una sera di Dicembre, o meglio l'otto, immacolata e senza bagaglio. Il giorno dopo era arrivato un baule arancione pieno di profumi vestiti e ricordi.

Per un po' di mesi si sarebbe fermata con Lucky Luke, per vedere come si trovava. Doveva imparare la lingua, assimilare il silenzio delle lunghe ore passate da sola e gli sbadigli con occhiaie di Lucky Luke durante le cene sempre in ritardo per problemi sul lavoro.

A volte, il sorriso della ballerina sembrava spegnersi su di un libro di grammatica. Altre si riaccendeva davanti a una lanterna in terrazza.
Lucky Luke la guardava dormire insonne in piena notte,
aspirava l'odore dei suoi ricci e l'abbracciava stretto.

Sapeva di casa il suo corpo.
Non per molto, presto si sarebbero dovuti spostare di nuovo.
Ma a Lucky Luke per quella notte non importava.
Si stava bene abbracciati stretti aspirando l'odore dei ricci.

Dale pequenha ponte alegre.

Thursday, November 20, 2008

La criatura

LukyLuke ya llevaba algunos meses en el Nuevo Mundo.
Últimamente pero empezaba a notar que una enorme criatura le estaba mirando de cerca.

Si se concentraba podía hasta escuchar su respiro, un leve roncar que el aire producía al pasar por la inmensa garganta del animal.

Debía de andar con la boca entreabierta: a veces el viento llevaba hasta a LuckyLuke un fuerte olor de cueva. El imaginaba que venia desde el interior del bicho .

LuckyLuke no sabia decir desde cuando había tenido esa sensación que la criatura le controlaba, le estudiaba, miraba como se estaba portando.

Se sentía examinado de cerca y cada gesto que hacia iba tomando un rígidez como si cuidara mucho no equivocarse.

Durante las noches de lluvia el Bicho soplaba hacia LukyLuke aire caliente, para que no se asustara demasiado, para que no se desanimara y sintiera que tenia algun amigo en aquel rincon del planeta.

En los días de sol aveces la criatura le hacia sombra con sus enormes patas , otras veces las movía en circulo como ventilador y producía molinillos que levantaban las hojas secas
y le acariciaban la cara a LukyLuke.


Día tras día LuckyLuke tenia mas ganas de ponerle cara y nombre a esa criatura misteriosa.

Fue el día que vio las hojas en el rio moverse ordenadas hacia la Mar que decidio' ponerle Naturaleza

Sin Madre, que LukyLuke ya tenia otra Madre, pero si Naturaleza, amiga, peligrosa y desconocida,
pero tan presente y enorme que frente a ella LukyLuke se veia hormiga.

Wednesday, November 12, 2008

Le canne lungo il fiume

LuckyLuke adorava il rumore del fiume. Avrebbe passato intere giornate seduto lungo la riva guardando l'acqua sfiorare le canne mescolare il fango e poi scappare verso il mare.
Pensava alle foglie, nate chissa' dove trasportate dalla corrente fino li' e gia' di nuovo lontane. Seguendo la scia di una foglia alzo' lo sguardo. Una coppia seduta su una panchina discuteva animatamente. Il figlio si dondolava cigolando su di una altalena arruginita.

Ad ogni oscilazione si spingeva piu' su come cercando quella quota a cui i suoni perdono forma e le parole si confondono con il fruscio del vento mescolate alle nuvole.
LukyLuke aveva l'impressione che se non fosse stato per quelle catene prima o poi ce l' avrebbe fatta e sarebbe diventato foglia o uccello o zanzara che a ben vedere poi sono la stessa cosa, esseri che vagano senza una meta fissa trasportati da flussi che li trascendono.
Quelle catene invece lo trattenevano, cosi' non ce l'avrebbe mai fatta.

Il figlio sembrava ignorarle e strappava con rabbia dando colpi di reni sempre piu' marcati verso l'alto.
LuckyLuke si avvicino' deciso ad aiutarlo. A intervalli regolari apriva le mani le appoggiava sulle spalle del bambino e spingeva piu' forte possibile.

Il ticchettio sordo del fermo che impediva alla altalena di compiere una rivoluzione intera contava un tempo sincopato ora piu' rapido ora piu' lento.
Urtando contro il fermo la cerniera smorzava la spinta, la catena si afflosciava in un ultimo tentativo di continuare a girare e tornava a cadere.

LuckyLuke noto' la presa di una mano sulla spalla che cercava di tirarlo indietro. Non cosi',
la madre lo guardava contrariata, vista da vicino era davvero una bella donna. Il viso segnato dagli anni ma uno sguardo intenso, deciso.
Cosi' spingi troppo forte, l'altalena potrebbe rompersi.
Mentre cercava di scostasrlo si udi' un crepito secco e i due si girarono appena in tempo per vedere la sedia dell' altalena schizzare via dai perni e catapultare il bambino dentro il fiume.

L'acqua fangosa lo inghiotti' , per risputarlo chissa' dove dopo averlo trascinato e convinto che sarebbe stato meglio spingere un po' meno.
Ma ormai era troppo tardi.


LukyLuke guardo' la madre negli occhi ma lei torno a spingerlo questa volta riuscendo a schivarlo e ad afferrare una delle catene dell'altalena. Il bambino era di nuovo li'. Ll'inerzia dell'altalena fece vacillare la madre che si contrasse e riprese subito l'equilibro. Smorzo' il movimento e l'altalena si fermo con una piroetta mentre il bambino descriveva strani cerchi, come quelli di una foglia che cade in autunno.


LuckyLuke non capi' quale dei due bambini, fosse quello reale, quello che veniva trascinato dalla corrente lontano, o quello che smetteva di volare e tornava verso la panchina per mano alla mamma. Decise di non farci troppo caso si alzo' e riprese a camminare.


Non aveva una meta precisa, era domenica, e non aveva nulla da fare. Tutto intorno il mondo brulicava di gente che sembrava avere un qualche impegno importante, chi sfrecciava in bicicletta chi semplicemente camminava parlando con un amico. Decise di unirsi al gruppo di persone ferme alla fermata dell' autobus.

LukyLuke si sedette. Aveva l'impressione di dare meno nell' occhio seduto che in piedi.
Perfino quando la fermata si svuotava all'arrivo di un autobus lui restava seduto e fingeva di aspettarne un altro, il quarantancinque, non il quindici.

Poco a poco il sole scendeva, le cose si tingevano di arancio e le ombre dei passanti si allungavano assonnate. LukyLuke pensava lontano, se esiste una distanza nel mondo dei pensieri.

Pensava ai caffe' alle vie piene di gente della domenica pomeriggio, alle domeniche sere al Limon Negro per poi arrivare a casa sudato.
Pensava a come di la' non fosse cambiato niente, a come di qui non fosse cambiato niente, pensava alle canne lungo il fiume che chissa' se si accorgono delle foglie trascinate dalla corrente.

Sunday, November 2, 2008

Jacaranda

LuckyLuke si trovo' di fronte a un grande Jacaranda in fiore.



I suoi petali viola venivano staccati dal vento e formavano un
tappeto su cui la gente camminava ammirata.



Jacaranda aveva trascorso molti anni nel nuovo mondo.
Forse vi era addirittura nato, ma non i suoi genitori
che dovevano aver parlato qualche strana lingua nativo-americana
prima di essere convertiti con il sangue allo spano-portoghese.

Jacaranda sembrava impassibile al vento che gli scuoteva i rami,
agli uccelli che vi si posavano
e agli studenti che lo usavano come
nascondiglio per fare l'amore.

LuckyLuke voleva spandere
come Jacaranda
profumo e colore per il nuovo Mondo.

L'ammirazione fu tale che si allontano' a testa bassa da Jacaranda.
Prima di rientrare in ufficio
decise di sdraiarsi per alcuni minuti sotto il sole, per fare il pieno.
L'aria era ancora fredda
ma i raggi erano bollenti e lo facevano fremere di piacere.
Chiuse gli occhi.

Passo' uno studente cinese, lo guardo' e disse:
"Attento il sole brucia e fa venire il cancro".
LukyLuke apri' gli occhi ma per alcuni secondi rimase abbagliato,
il sole era talmente forte che perfino ad occhi chiusi l'aveva accecato.

Sorrise , aspettando paziente di recuperare la vista.
Quado il mondo riprese forma si trovo' solo in mezzo al prato.
Non avrebbe mai saputo la reazione di quello studente al suo sorriso.
Pensandoci bene,
non avrebbe mai saputo se quello studente fosse davvero esistito.

Appogio' le mani al suolo,
fece leva per alzarsi ed camminando si avvio' verso l' ufficio.

Friday, October 24, 2008

Los amigos de la casa

Cerca de la casa de LuckyLuke pasan trenos



Y el ruido deja todos sus amigos en la casa
sin palabras